martedì 22 febbraio 2022

Eurovinum : Costadilà Articoltura

  Il “colfondo” delle Colline Trevigiane, la vera anima del Prosecco



L’Azienda Agricola Costadilà, che ora ha sede a San Lorenzo, sulle colline di Vittorio Veneto (TV), è stata una delle prime realtà vinicole a riproporre e valorizzare la tipologia del vino colfondo, il cosiddetto sur lie o sui lieviti, il frizzante da uve autoctone a bacca bianca delle Colline Trevigiane.

Un metodo di vinificazione che affonda le radici nella storia e nella tradizione rurale delle colline di Valdobbiadene, Conegliano e Asolo, una produzione artigianale che risale alla fine dell’Ottocento, destinata prevalentemente al consumo famigliare e locale.

Il colfondo è un vino rifermentato in bottiglia sui propri lieviti naturali i quali, una volta terminata la loro azione, si depositano sul fondo della bottiglia, il vino risulta frizzante, secco, digeribile, con una speciale ricchezza olfattiva e gustativa, dimostrando di saper evolvere positivamente nel tempo e “pericolosamente bevibile”. Caratteristiche che lo rendono particolarmente versatile nell’abbinamento con il cibo.

Sin dall’inizio dell’attività, sorta nell’anno 2005, la filosofia produttiva di Costadilà ha privilegiato una viticoltura sostenibile, profondamente rispettosa dell’ambiente e della biodiversità dei territori vinicoli. Un lavoro artigianale che segue l’intero ciclo produttivo - dalla vigna alla bottiglia - perché il vino, prodotto della terra, sia il testimone del luogo da cui proviene.

La lavorazione delle vigne viene praticata in maniera naturale, senza diserbo e senza ricorso a prodotti chimici di sintesi per la concimazione del terreno e per la difesa dai parassiti, con lo scopo di ottenere una produzione sana e qualitativa, un frutto maturo, ricco di sostanze e di sapori. In cantina il vino fermenta con i propri lieviti indigeni, senza ricorrere a interventi fisici o chimici che possano intaccare la naturalità della vinificazione e snaturare il prodotto finale, utilizzando il minor quantitativo possibile o nullo di solfiti.

Un tratto distintivo dei vini di Costadilà è la macerazione sulle bucce delle uve a bacca bianca, così come avviene per la vinificazione tradizionale delle uve a bacca rossa, lavorazione ritenuta basilare per ottenere vini più persistenti, saporiti e ricchi di aromi, in grado di valorizzare il terroir, legando più marcatamente un vino al proprio territorio.

I nomi dei vini da uve a bacca bianca di glera, bianchetta trevigiana e verdiso, classificati come “Vini Bianchi Frizzanti”, indicano le altitudini dai quali provengono le uve: 280slm330slm e 450slm; ogni zona esprime una diversa peculiarità di suolo, esposizione e microclima.

Completano la produzione aziendale, il Moz, da uve moscato fior d’arancio e glera provenienti dal vigneto del “brolo” di Villa dei Vescovi di Torreglia (PD), l’OX da uve glera e pinot nero e il Rosso da Tavola da uve merlot e cabernet, un rosso schietto ed esuberante, che viene proposto anche nel bottiglione di vetro da 2 litri.

Tutte le bottiglie sono in vetro trasparente per trasmettere il messaggio di un circuito virtuoso tra la qualità delle uve e la qualità della produzione, così che il consumatore possa vederne la trasparenza.

Costadilà è un punto di riferimento per gli estimatori dei vini naturali, noti ed apprezzati in Italia e all’Estero, che testimoniano il talento, la passione e la visione del fondatore Ernesto Cattel, il vignaiolo contadino, o - come amava definirsi - articoltore e la sua profonda relazione empatica con la storia, le tradizioni e la cultura dei luoghi.

In genere questi vignaioli non si spacciano per “creatori”, sono piuttosto “inventori”, il che significa che non fanno uscire niente dal niente ma che trovano strade perché la loro visione del mondo e dell’uomo diventi la sostanza stessa dei loro vini.

Olivier Beuvelet, Jonathan Nossiter, (Insurrezione culturale – Per una nuova ecologia della cultura)

Dalla vendemmia dell’anno 2018, dopo la scomparsa di Ernesto, il progetto di Costadilà continua sotto la guida di Alex Della Vecchia e Martina Celi, e con le persone che ne condividono i valori.



Antonella Pianca

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